La presenza di tartaro nero o di tartaro bianco non è soltanto estremamente antiestetica, ma danneggia in modo anche molto grave gli elementi dentali, aumentando le probabilità di sviluppare la parodontite. Questa patologia, conosciuta anche con il nome di piorrea o di malattia parodontale, nella sua fase terminale porta alla caduta dei denti colpiti, e per questa ragione va il più possibile gestita in modo preventivo.

Il tartaro nero o bianco alterano l’estetica del sorriso, provocano disagio nella persona e nei suoi interlocutori, e generalmente producono anche alitosi. Di fatto, questa condizione è molto frequente tra i pazienti di qualunque studio dentistico e, non a caso, la rimozione del tartaro (detartrasi) è una delle operazioni svolte quotidianamente dagli odontoiatri o dagli igienisti dentali.

C’è differenza tra tartaro nero e tartaro bianco? La risposta corretta è: sì, ma solo in termini di colore e di collocazione. L’origine del tartaro è infatti sempre la stessa, ossia il deposito e la solidificazione della placca batterica sulla superficie dei denti. La presenza massiva di tartaro, come già accennato, non soltanto può portare all’insorgenza della parodontite, ma anche di altre problematiche assai fastidiose come carie dentali, gengiviti, arretramento dei colletti dentali, ascessi.

Il tartaro, in quanto risultato della mineralizzazione della placca batterica, altro non è che una pellicola aderente allo smalto dentale e composta da cellule morte, avanzi di cibo e batteri. Se la placca non viene rimossa attraverso i classici strumenti e modalità di igiene orale domiciliare (lavarsi i denti tre volte al giorno, utilizzare spazzolino da denti, un buon dentifricio e filo interdentale), nel giro di pochissimo tempo si trasforma in tartaro che, oltre a essere più solido, è anche più strettamente “attaccato” alla superficie dei denti. È a quel punto che la rimozione si fa difficoltosa, tanto da rendere necessario l’intervento di un professionista.

Quanto tempo impiega la placca batterica a trasformarsi in tartaro bianco o nero? Indicativamente, sono sufficienti anche soltanto otto ore perché il processo di solidificazione abbia inizio, e questo è il motivo per cui non dovrebbe mai trascorrere una quantità di tempo superiore a questa tra un incontro con lo spazzolino da denti e il successivo!

Tartaro sopragengivale e sottogengivale

Il tartaro va poi diviso tra sopragengivale e sottogengivale. Nel primo caso, va a formarsi nello spazio visibile del dente (non coperto dalla gengiva e dal colletto dentale), nel secondo invece si deposita nel solco vero e proprio, in profondità sotto la gengiva. Nei casi più gravi, è proprio il tartaro sottogengivale a presentarsi di colore particolarmente scuro, e generalmente è associato a un arrossamento delle gengive, che tendono a infiammarsi a contatto con i batteri.

Un’altra causa della presenza di tartaro nero è legata al consumo abituale di tabacco, vino oppure caffè, sempre tuttavia associato a una scorretta o assente igiene orale. Più precisamente, il tartaro nero – che, come abbiamo accennato, è quello collocato nel solco gengivale – dipende dall’ossidazione dell’emoglobina contenuta nel sangue perso a causa delle infiammazioni e delle gengiviti che spesso sono legate al deposito del tartaro in una zona tanto delicata. Tuttavia, il tartaro impiega anche anni a diventare nero, e la sua presenza tende dunque ad indicare una quasi totale assenza di cura per i propri denti.

Come eliminare il tartaro bianco e nero?

La risposta più esatta è semplice: bisogna lavarsi i denti regolarmente, utilizzare un buon filo interdentale ogni giorno, cambiare lo spazzolino da denti ogni due mesi o al termine di ogni condizione o malattia che potrebbe averne alterata la salubrità (l’influenza è una di queste), e scegliere un dentifricio di ottima qualità.

E’ poi necessario prendere appuntamento con il proprio dentista di fiducia e sottoporsi a una seduta di igiene orale professionale almeno due volte l’anno: è infatti solamente in questo modo che sarà possibile rimuovere il tartaro che è andato a depositarsi in profondità nel solco gengivale, e che lo spazzolino da denti non può raggiungere.

I denti vanno sempre e comunque lavati dopo ogni pasto, e dunque almeno tre volte al giorno. Lavaggi aggiuntivi vanno poi considerati se si consumano alimenti o bevande particolarmente insidiosi per i nostri denti, come caramelle gommose, superalcolici, cioccolato e via discorrendo.

Contattate subito il vostro odontoiatra per una visita di controllo e valutate insieme a lui le condizioni della vostra bocca: eliminare il tartaro bianco e nero equivale ad allungare, anche indefinitamente, la vita dei vostri denti. Prevenire è sempre meglio che curare!