La scelta del dentifricio influenza la salute della nostra bocca? La risposta è sì. Una regolare igiene orale parte dall’uso quotidiano di una pasta dentifricia in grado di rimuovere i residui di cibo, pulire le superfici dentali, labiali e linguali e rinfrescare il cavo orale con un sapore ed un aroma gradevoli.

Accanto alla necessità di rendere il sorriso sempre splendente e sano, l’uso costante del dentifricio adeguato può aiutare a prevenire le patologie a carico di denti, gengive e parodonto, oltre che limitare ed ostacolare la deposizione di tartaro e il conseguente rischio carie.

I dentifrici attualmente in commercio risultano notevolmente diversificati in base alle richieste del consumatore ed alle caratteristiche specifiche per cui sono formulati, ma fondamentalmente tutte le formulazioni delle varie paste dentifricie contengono gli stessi ingredienti di base .

Gli ingredienti che li compongono sono sostanze ad azione:

  • schiumogena (per raggiungere zone inattaccate dallo spazzolino);
  • abrasiva (per rimuovere placca e residui di cibo);
  • umidificante (per evitare che il prodotto evapori o si secchi);
  • legante (per dare consistenza e in alcuni casi viscosità);
  • conservante (per evitare alterazioni e contaminazioni);
  • dolcificante (per renderli gradevoli);
  • aromatizzante (per dare un sapore e un odore piacevole);
  • colorante (per renderne più accattivante l’aspetto);
  • lubrificante (per facilitarne la fuoriuscita dal tubo all’occorrenza).

La loro composizione permette invece di classificarli in: paste dentifricie, dentifrici gel, dentifrici secchi e dentifrici liquidi.

Considerata l’immensa varietà di dentifrici in commercio, sarebbe opportuno scegliere la formulazione più adatta alle proprie esigenze prendendo in considerazione alcuni parametri fondamentali in grado di alleviare uno specifico disturbo.

Il dentifricio al fluoro contro la sensibilità dentale

Sono numerose le persone che soffrono di sensibilità dentale, molto spesso a causa di recessioni gengivali, scollamenti gengivali e/o parodontite e piorrea. Le gengive possono infatti ritrarsi per effetto di un serramento delle arcate continuo anche inconsapevole, come quello a cui sono soggetti i bruxisti, oppure per un trauma continuativo da spazzolamento eccessivamente aggressivo.

In altri casi la retrazione o lo scollamento gengivale può avere basi esclusivamente patologiche e deriva da un’infiammazione di tipo parodontale, che al suo stadio iniziale viene classificata come gengivite.

Il dentifricio più adatto a queste situazioni è quello arricchito di fluoro ed idrossiapatite, elementi in grado di rimineralizzare i denti sigillando i canali che mettono in comunicazione l’esterno dello smalto con la sensibilissima dentina.

Frequentemente questo tipo di dentifrici sono anche addizionati di zinco citrato, cloruro di stronzio e nitrato di potassio che vanno ad intensificare l’azione rimineralizzante del fluoro, rendendo i denti meno sensibili agli sbalzi di temperatura e alle sostanza acide contenute nei cibi.

 

Per il sanguinamento gengivale scegliere un dentifricio a base di tormentilla

Le gengive sanguinanti quasi sempre sono sintomo inequivocabile di parodontite o gengivite attive, che vanno diagnosticate e curate. Tuttavia,  qualora si trattasse di un problema temporaneo scatenato da un’infiammazione del colletto gengivale, si può intervenire utilizzando uno specifico dentifricio a base di tormentilla o sanguinaria.

Grazie alle sue elevate proprietà antinfiammatorie, la tormentilla aiuta le gengive a ritornare ad una condizione fisiologica agendo anche come antiemorragico e stimolando la riparazione e la cicatrizzazione dei tessuti per effetto di un’attività antisettica.

Tali dentifrici, contemporaneamente, sono resi scarsamente abrasivi per far in modo che l’azione meccanica sulla gengiva già sensibile ed infiammata sia ridotta al minimo indispensabile.

Con l’utilizzo di dentifrici anti sanguinamento gengivale le gengive dovrebbero tornare in pochi giorni rosate e dall’aspetto sano. Se così non fosse è fondamentale recarsi il prima possibile dal proprio dentista di fiducia, prima che l’infiammazione derivante da piorrea e gengivite intacchi i denti in maniera irreparabile.

 

 

Un dentifricio alla clorexidina può migliorare uno stato di parodontite iniziale

La parodontite è una patologia infiammatoria del parodonto, ovvero dei tessuti molli e duri che sostengono i denti. La causa primaria della patologia, chiamata anche piorrea, è un’infezione batterica sottogengivale che esacerba comportando problematiche che variano dalla recessione gengivale con sanguinamento fino alla completa perdita di elementi dentali.

Il dentifricio adatto a questo tipo di problema è quello formulato con una componente antisettica prominente che riduca l’infezione e contenga la formazione di nuove colonie batteriche. Solitamente le paste dentifricie più utili sono quelle addizionate di clorexidina in concentrazioni variabili a seconda della gravità della situazione, così come quelli a base di neem, dotate di proprietà antibatteriche naturali. Sono inoltre essenziali una pulizia ed uno spazzolamento accurato. Tuttavia, seppure il dentrificio adatto può aiutare ad alleviare i sintomi della parodontite, come la sensibilità, il sanguinamento ed il dolore, i batteri parodontali possono essere eliminati solo grazie alla terapia fotodinamica con microscopio e laser.

 

Dentifrici alla menta e salvia per migliorare l’alitosi

L’alitosi è un problema molto più comune di quello che si pensa ma purtroppo spesso trascurato. Una corretta igiene orale a volte può non risultare sufficiente ad eliminare il problema che diventa fastidioso ed imbarazzante sia per chi lo vive che per chi lo subisce.

I dentifrici in grado di ridurre il cattivo odore proveniente dalla bocca sono quelli a base di menta e salvia.

Da un lato, infatti, la salvia possiede un’azione rinfrescante e deodorante che riduce sensibilmente l’alitosi, mentre la menta aromatizza la pasta dentifricia rendendo più efficace la funzione della salvia.

Un dentifricio a base di questi elementi, però, risulta efficace solo qualora il problema dell’alitosi sia scaturito da una condizione esclusivamente buccale.