Nel caso in cui si soffra di pulpite acuta, sapere cosa fare è essenziale. La polpa dentaria è la sezione più profonda di ogni dente ed è posizionata nella cavità pulpare. Fortemente innervata e ricca di vasi sanguigni, è direttamente responsabile del nutrimento e della sensibilità dentale, oltre che della produzione di dentina. Quando la polpa dentale si infiamma provoca un forte dolore dentale, che si irradia dal dente oggetto dell’infiammazione e può decorrere in forma acuta o cronica. Questa forma di flogosi della polpa dentaria prende il nome di pulpite e può essere la conseguenza di varie problematiche: una necrosi pulpare, un’infezione originata da carie preesistenti sul dente, oppure, molto più raramente, la pulpite può avere origine iatrogena ed essere provocata dagli stimoli termici della fresa non raffreddata durante una seduta dentistica.
La principale sintomatologia della pulpite è il dolore, molto intenso, solitamente acuto, pulsante e frequentemente attivo soprattutto durante il riposo notturno, con irradiazioni dolorose che partono dal dente colpito da pulpite al minimo stimolo esterno.
Questa patologia ha un livello di dolore davvero molto alto perché la polpa dentaria è densamente innervata e ogni nervo invia il proprio messaggio nervoso al sistema nervoso centrale. In questo caso, dunque, i recettori nervosi deputati alla trasmissione dello stimolo doloroso sono estremamente concentrati in una piccola zona e avviano l’impulso anche contemporaneamente, innescando dunque un dolore particolarmente acuto, tanto da risultare spesso insopportabile. Il dolore può essere anche così profondo, forte e continuo da rendere impossibili il sonno o la masticazione.
Quando insorgono le prime avvisaglie di pulpite acuta è opportuno richiedere immediatamente una visita odontoiatrica prima che il processo che ha scatenato l’infiammazione peggiori e renda decisamente più difficile la gestione del dolore e la risoluzione dell’infiammazione pulpare.
Il dentista indagherà come prima cosa la causa della pulpite ed eliminerà il problema alla base: se la causa è un’infezione scatenata da una carie, l’odontoiatra provvederà ad eliminarla in seduta, sottoponendo il paziente ad un’adeguata terapia antibiotica ed antidolorifica. Se però il decorso della pulpite è stato particolarmente severo, oppure risulta refrattario al trattamento, si deve spesso ipotizzare una pulpite irreversibile: in questi casi, per eliminare il dolore, è necessaria una pulpectomia, ovvero l’asportazione della polpa dentaria dalla cavità in cui alloggia, chiamata anche devitalizzazione, cura canalare o endodonzia.
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Purtroppo molto spesso il dolore da pulpite acuta insorge di notte durante il riposo, momento in cui non è possibile precipitarsi dal proprio dentista di fiducia per risolvere alla radice il problema. In questi casi è consigliato ricorrere ad un analgesico per alleviare il dolore e provare a dormire con la testa sollevata rispetto al resto del corpo per ridurre un po’ lo stimolo nervoso del dolore.
Questo accorgimento risulta abbastanza efficiente perché permette al sangue di defluire dalla testa e dalla bocca verso il resto del corpo, riducendo la pressione sanguigna arteriosa che è anche concausa dell’intensità del dolore. Mettendo due o tre cuscini sotto il capo si dovrebbe riuscire ad ottenere un sollievo almeno parziale dal dolore. Inoltre, si può tentare di alleggerire il dolore nella zona d’infiammazione anche con dei tamponi di acqua fredda o ghiaccio applicati esternamente, in corrispondenza del dente dolente affetto da pulpite.