Infezione al dente: cos’è?

Il cavo orale è fisiologicamente sede di una flora batterica abbondante. Questi batteri non sono patogeni e anzi hanno un ruolo protettivo: mantengono un Ph adeguato, controllano il trofismo delle mucose e stimolano secrezioni protettive.

In determinate circostanze (riduzione difese immunitarie, diabete, utilizzo di protesi, carie, situazioni di malocclusioni) può tuttavia verificarsi la colonizzazione da parte di batteri patogeni con conseguente infezione di mucose, gengive e denti. Le infezioni dentali colpiscono le varie parti del dente: smalto che ricopre la corona, polpa, radice e osso malare.

È molto difficile che un’infezione dentale decorra in modo asintomatico: nella maggior parte dei casi i pazienti riferiscono dolore localizzato e nevralgia, edema e gonfiore, secrezioni purulente e sanguinamenti della gengiva adiacente al dente.

Normalmente un ciclo di antibiotici della durata di almeno sei giorni è sufficiente alla risoluzione dell’infezione. In determinati casi invece si possono verificare delle complicanze che ritardano o compromettono la guarigione.

Infezioni dentarie: l’ascesso

Tra le complicanze delle infezioni dentarie ricordiamo l’ascesso, ossia di un’infezione localizzata e forte.

Quando si forma un ascesso si crea una sacca ricca di pus e batteri che interessano appunto la polpa, le gengive e l’osso mandibolare. L’ascesso dentale si espleta con gonfiore del volto, lancinante dolore ai denti, ingrossamento dei linfonodi del collo e persino difficoltà nella deglutizione. Molto spesso gli antibiotici sono inefficaci, poiché questa sacca è ricoperta da una capsula fibrosa che non permette ai farmaci di raggiungere la zona critica.

A volte l’ascesso a volte può drenare, determinando una contaminazione e diffusione dell’infezione ai tessuti vicini. In altri casi, invece, la pressione che è presente all’interno della sacca può creare un vero e proprio tunnel in collegamento con l’esterno, comportando la formazione di una fistola, dalla quale è possibile drenare il pus. Nel caso in cui prevalga la componente fibrosa, l’infezione si cronicizza e si crea un granuloma.

Complicazioni delle infezioni al dente: la sepsi

Altra complicanza temibile delle infezioni dentarie è la sepsi: in questo caso i batteri passano al circolo sanguigno e possono causare febbre alta, alterazioni ad organi nobili come rene e cervello e persino shock cardiaco.

In rari casi i batteri possono inoltre attaccare l’osso e determinare osteomieliti, oppure giungere a livello di vene e seni dell’occhio, causando flebite e sinusite. In questi casi, di solito, si verifica un forte rialzo febbrile e occorre modificare la terapia, prescrivendo antibiotici mirati in concomitanza ad antinfiammatori. Se il dolore è intenso si può intervenire devitalizzando il dente affetto: si preleva quindi la polpa del dente in modo da ridurne l’ipersensibilizzazione. Si tende sempre ad evitare l’estrazione, ma talvolta anche questa si rivela inevitabile.

Prevenzione delle infezioni dentarie

Per prevenire le infezioni dentarie è fondamentale prestare una buona attenzione all’igiene orale: pulire i denti con spazzolini di buona qualità e con movimento verticale.

Gli odontoiatri suggeriscono anche l’uso di un collutorio antisettico almeno una volta al giorno e l’impiego frequente del filo interdentale.

Buona abitudine è quella di sottoporsi a controlli dentistici periodici, soprattutto in caso di patologie concomitanti che indeboliscano le difese immunitarie, oppure se si utilizzano protesi o apparecchi odontoiatrici. Possono infine rivelarsi utili anche interventi mirati come detartrasi, sbiancamento dei denti e realizzazione di sigilli si rivelano utili.