Quando un paziente lamenta il dolore provocato dalle gengive gonfie, è importante capire da cosa questo sia stato scatenato.
Le gengive sono formate dal tessuto molle che contribuisce a proteggere l’osso alveolare e le radici dei denti. Il tessuto in questione è costituito prevalentemente da epitelio orale, che a sua volta sovrasta il tessuto connettivo. Lo scopo delle gengive è quello di proteggere il parodonto, ovvero quel complesso di tessuti che unisce il dente all’osso permettendo il regolare svolgimento della masticazione.
Il tessuto gengivale muta di frequente il suo strato più superficiale, allo scopo di preservarsi dai batteri che si accumulano con i detriti del cibo masticato. Il siero che ha lo scopo di mantenere pulito quest’ambiente è chiamato fluido crevicolare.
Le gengive possono anche infiammarsi e quindi mutare d’aspetto, diventando più gonfie ed assumendo un tono edematoso, e, nella maggioranza dei casi, possono essere tendenti al sanguinamento.
Le cause del gonfiore gengivale possono essere le più disparate.
In buona parte dei casi l’origine dell’infiammazione è da attribuire ad una scarsa igiene orale, che agevola l’accumulo dei residui di cibo sulle gengive e negli interstizi dentali.
Quando questi detriti si sedimentano si trasformano in placca ed in tartaro e rappresentano terreno fertile per la proliferazione dei batteri causa di gengiviti e parodontiti.
Studi medici hanno evidenziato che l’utilizzo di determinate categorie di farmaci può giocare un ruolo fondamentale nell’irritazione delle gengive, soprattutto la classe degli anticoagulanti, che facilitano il sanguinamento continuo del tessuto in caso di lesioni anche microscopiche.
Non sono solamente elementi esterni a scatenare questo stato doloroso, ma anche fenomeni legati soprattutto a stadi della vita della donna come la gravidanza, la pubertà e persino l’allattamento, che possono comportare degli sbalzi ormonali in grado di influire sulla circolazione del sangue.
Un’ultima causa di irritazione delle gengive può essere la carenza vitaminica, specialmente la mancanza di vitamina K e C.
In presenza di ognuna di queste situazioni bisognerà reagire con un trattamento mirato ad eliminare l’origine del problema, e non limitarsi a combattere i sintomi.
Se il gonfiore del tessuto gengivale è provocato dalla mancanza di un’adeguata igiene orale, allora sarà necessario rivedere le abitudini di pulizia dei denti e del cavo orale, facendosi consigliare dal proprio igienista di fiducia i presidi più adeguati, in base alle specifiche caratteristiche della propria bocca, per lottare efficacemente contro il tartaro e la placca.
L’igiene orale domestica da sola, in caso di irritazione delle gengive dovuta ad un accumulo di placca nel cavo orale, non sarà sufficiente ma dovrà essere affiancata da sedute periodiche di pulizia condotte da un odontoiatra o un igienista.
Se si sospetta che i sintomi del gonfiore e del sanguinamento siano sorti in concomitanza all’assunzione di determinati farmaci, bisognerà invece avvertire il medico curante per procedere, eventualmente, alla somministrazione di prodotti alternativi o per sospendere la cura.
Infine il gonfiore gengivale causato da carenze vitaminiche potrà essere risolto provvedendo ad una consona integrazione degli elementi mancanti nell’organismo.
Ovviamente qualora il quadro clinico sfoci nella patologia della parodontite bisognerà ricorrere all’aiuto di uno specialista parodontologo per identificare il trattamento più adeguato alla cura della malattia e delle eventuali recidive.