I denti del giudizio sono i terzi molari che possono nascere nell’arcata superiore ed inferiore della bocca. Il loro nome deriva dal fatto che la loro comparsa si verifica in età matura. Ci sono infatti persone a cui compaiono nel periodo dell’adolescenza e altre che li vedono insorgere solo in età adulta, altri ancora a cui non nascono proprio. La loro crescita non sempre è indolore e talvolta può causare dei fastidi o provocare delle vere e proprie patologie che necessitano di specifiche cure dentistiche.
Uno dei problemi più comuni è l’inclusione del dente del giudizio. In che cosa consiste? In parole povere si verifica un’infiammazione della gengiva sottostante e circostante il dente, che si contraddistingue da altri fastidi per un certo gonfiore, dolore ed in alcuni casi alito cattivo. La patologia, che in termini tecnici prende il nome di pericoronarite, si forma a causa della tasca gengivale che si può creare posteriormente al dente del giudizio. Una delle concause di tale problema è spesso un’igiene orale non adeguata. E’ necessario, se si presenta questo tipo di infiammazione, informare immediatamente il proprio dentista, poiché essa potrebbe arrivare ad estendersi anche ai muscoli responsabili della masticazione e determinare così una minore apertura della bocca. Altra patologia che spesso si sviluppa in caso di eruzione dei denti del giudizio è quella dell’ascesso, che si può verificare anche a causa del poco spazio che il dente ha per crescere e fuoriuscire completamente dalla gengiva.
L’eruzione del dente del giudizio può essere anche la causa della formazione di alcune cisti.
Per tutti i motivi sopraelencati, in alcuni casi, si rende necessaria la rimozione dei denti del giudizio, di tutti e quattro o solo di alcuni di essi. Sarà il vostro specialista, mediante le radiografie ed un’accurata visita, a consigliarvi o meno la loro rimozione. L’estrazione può essere effettuata a scopo preventivo o curativo. Un dente del giudizio può essere tolto, ad esempio, nel caso in cui la sua crescita comporti un cattivo allineamento degli altri denti dell’arcata, difficoltà di masticazione, affollamento dentale (denti troppo vicini potrebbero rendere più complicati i momenti dedicati all’igiene orale), corrosione del dente adiacente, carie o rottura del dente. In molti di questi casi la soluzione più efficace è proprio quella di estrarre il dente, in modo da evitare eventuali e future complicazioni, che darebbero luogo a fastidio e dolore.
L’estrazione del dente del giudizio va effettuata solo ed unicamente da professionisti del settore di vostra fiducia, in quanto si tratta a tutti gli effetti di un piccolo intervento chirurgico. Bisogna quindi essere preparati anche ad avere particolare cura della ferita che deve rimarginarsi in seguito all’estrazione ed a seguire in modo scrupoloso le indicazioni del medico. In alcuni casi, per esempio se il paziente presenta focolai infettivi in corso o si è in stato interessante, potrebbe essere meglio rimandare l’intervento.
L’intervento viene di solito praticato in anestesia locale e quindi non risulta doloroso. Mediante appositi strumenti chirurgici, dopo aver effettuato l’anestesia ed aver atteso la sua azione, lo specialista passerà alla vera e propria estrazione del dente, aiutato anche dalla diagnostica digitale di ultima generazione. In alcuni casi sarà necessario incidere la gengiva per permetterne la fuoriuscita. Bisogna sottolineare il fatto che i denti dell’arcata inferiore creano solitamente più difficoltà rispetto a quelli dell’arcata superiore sia nel momento dell’estrazione che in quello della guarigione. Capita sovente che per chiudere la ferita causata dall’estrazione vengano applicati alcuni punti di sutura, che verranno poi tolti dal vostro medico una volta che la ferita si sarà rimarginata. Non si tratta, tutto sommato, di un intervento particolarmente delicato, ma prepararsi al meglio ad affrontarlo e seguire poi le istruzioni per prendersi cura della zona trattata è considerato molto importante.
La soluzione migliore, in caso di estrazione dei denti del giudizio, è quella di effettuare contestualmente un innesto osseo, in modo che non si verifichi perdita di volume osseo e che la bocca mantenga la sua piena funzionalità. L’innesto osseo inoltre favorisce la guarigione dei tessuti gengivali e allevia i fastidi del decorso post operatorio.
L’intervento può durare all’incirca un’ora, un’ora e mezza. Spesso il paziente non viene fatto rialzare subito dalla poltrona o dal lettino, ma gli viene lasciato un po’ di tempo per recuperare. Questa operazione, come ogni altra, può comportare alcuni rischi associati, che vanno resi noti: un paziente con il diabete avrà più probabilità, ad esempio, di sviluppare alcuni effetti collaterali di un paziente che non ne è affetto. Comuni conseguenze dopo un intervento di rimozione di un dente del giudizio sono la comparsa di ematomi, gonfiore, piccole emorragie, dolore (più intenso nel momento in cui l’anestesia svanisce). Effetti più fastidiosi e meno comuni potrebbero consistere in emorragie prolungate, dolore che non tende a scemare con il passare dei giorni, anzi, cresce, comparsa di ascessi, sviluppo di cisti. Spesso per limitare i danni provocati dall’intervento si somministrano al paziente antibiotici ed antidolorifici o antinfiammatori, in modo da rendere il recupero più rapido, meno doloroso e sopportabile. Dopo l’estrazione si consigliano comunque uno o due giorni di riposo.