Comprendere le cause della parodontite
Parodontite: una malattia provocata da batteri
La gestione della malattia parodontale diventa molto più semplice grazie alla diagnostica biomolecolare se si tratta la patologia per quello che realmente è: un’infezione polimicrobica che si sviluppa diversamente a seconda del diverso profilo infiammatorio, metabolico e genetico del paziente.
L’eziologia della parodontite, ovvero l’analisi delle cause di una patologia, evidenzia quanto sia fondamentale il ruolo di alcuni specifici batteri nell’insorgenza della malattia parodontale. La maggior parte delle specie batteriche presenti nel cavo orale sono state organizzate per colori in vere e proprie famiglie, o complessi, secondo lo schema proposto a fine anni 70 da Socransky (S. S. Socransky, Criteria for the infectious agents in dental caries disease and periodontal, Journal of Clinical Periodontology, vol 6 issue 7)
Ad ogni stadio della malattia parodontale corrisponde un gruppo concreto e circoscritto di batteri, sia qualitativamente che quantitativamente.
La ricerca medico scientifica tuttavia continua a lavorare per approfondire e comprendere sempre meglio come interagiscano questi e altri batteri nell’ecosistema della nostra bocca e nell’insorgenza dell’infiammazione parodontale, e la composizione di questi complessi è in continuo aggiornamento, soprattutto grazie all’evoluzione delle tecnologie di diagnostica biomolecolare, che permettono di ricevere informazioni anche in merito alla presenza di nuovi batteri, virus (HPV,HSV, Citomegalovirus) e funghi.
I medici oggi hanno accesso a livelli di conoscenza inimmaginabili prima dell’avvento della biologia molecolare, e questa situazione sta di fatto innescando una trasformazione anche per la medicina orale da attività diagnostico-terapeutica di tipo reattivo, e fondata sulla mera valutazione di sintomi e dati clinici (misurazione delle tasche) a una medicina orale delle 4P base imprescindibile per una parodontologia personalizzata.
Parodontite: come diagnosticare questa patologia multifattoriale nella maniera corretta
Alla luce dell’importanza di tutti i fattori sopra elencati, appare chiaro che, per poter trattare questa malattia in maniera personalizzata ed efficace è necessario indagarla a fondo.
Ecco un riassunto delle principali fasi diagnostiche:
1. Anamnesi
L’anamnesi è fondamentale per identificare condizioni mediche rilevanti come ipercolesterolemia, diabete, patologie cardiache e disturbi della coagulazione. Particolare attenzione è data all’assunzione di farmaci come statine, antiaggreganti, anticoagulanti e antipertensivi.
È riconosciuto a livello scientifico che esistono molte patologie sistemiche correlate in maniera biunivoca alla parodontite: i meccanismi infiammatori che caratterizzano la parodontite infatti sono considerati un fattore di rischio per lo sviluppo di molte di queste patologie e, allo stesso tempo, le persone che soffrono di alcune malattie sistemiche possono essere più soggette all’insorgenza della parodontite.
Per un’adeguata diagnosi è importante avere il quadro generale anche delle concause collegate all’insorgenza della malattia parodontale che devono essere tenute sotto osservazione o eliminate e che potrebbero ostacolare la completa guarigione dalla malattia:
- incorretta igiene orale domiciliare
- Fumo
- Diabete Mellito
- Malattie Autoimmuni
- Osteoporosi
- Carenze vitaminiche (nello specifico D e K2)
- Trauma Occlusale
- Gravi episodi di Stress
- Restauri Incongrui di Protesi Dentali ed Otturazioni
- Anomalie Anatomiche (Frenuli e Radici)
- Cambiamenti ormonali
- Terapie ortodontiche in corso
2. Ortopantomografia (OPT)
L’OPT deve essere eseguita prima della prima visita e aggiornata annualmente, essenziale per una corretta valutazione specialistica e per riscontrare eventuali perdite di tessuto osseo dovute all’infiammazione.
3. Visita Medico Specialistica
Comprende la revisione dell’anamnesi, l’OPT e un esame clinico dettagliato della bocca.
4. Cone-Beam Computed Tomography (CBCT)
Ogni paziente deve eseguire una CBCT tridimensionale che mostra le arcate dentali e i seni paranasali.
5. Status Radiografico
Include 16 radiografie, 4 per ogni quadrante. Le radiografie devono essere ripetute periodicamente in base a specifiche condizioni cliniche. Tramite questo esame è possibile apprezzare in maniera più dettagliata che nell’OPT eventuali caratteristiche del tessuto osseo.
6. Sondaggio Parodontale esempio referto
Esame indolore in cui si effettuano misurazioni in sei punti per ciascun dente utilizzando una sonda, registrando i 6 indici legati alla presenza di tasche parodontali:
- profondità di sondaggio
- recessione
- sanguinamento
- mobilità
- suppurazione
- presenza di placca e/o tartaro
7. Analisi Genetiche (Genetic Multi Screening – GMS)
L’analisi genetica permette di comprendere la variabilità individuale delle condizioni parodontali e di intervenire con integratori o medicinali omeopatici.
Questo test di rischio parodontale, serve a definire la predisposizione personale all’insorgenza della parodontite. Il test si esegue strofinando uno swab sulle guance e sulla lingua per raccogliere le cellule esfoliate presenti normalmente nel cavo orale. Incrociando il rischio personale (che quindi può essere basso, intermedio, alto o molto alto) ai dati emersi dagli altri esami diagnostici sarà possibile programmare una terapia utile a restituire e, soprattutto, mantenere in maniera duratura nel tempo, un equilibrio fra patogeni, saprofiti e sistema immunitario dell’ospite.
Ognuno di noi ha un equilibrio ben definito e fortemente variabile: questo è dimostrato dal fatto che la stessa quantità di batteri potrebbe causare l’insorgenza della malattia nella bocca di un paziente predisposto mentre, in un altro paziente, potrebbe essere compatibile con lo stato di salute; tutto questo proprio a causa di una differenza individuale.
8. Analisi Microbiologiche (Analisi MIX)
È opportuno ripetere varie volte – sicuramente prima dell’inizio della terapia e al termine della cura della parodontite – l’analisi microbiologica, in quanto rappresenta il dato oggettivo e la fotografia non solo della situazione iniziale, ma anche dell’effettivo miglioramento dell’infezione a mano a mano che si procede con il trattamento.
La ripetizione periodica del test microbiologico, contestualmente al grado di rischio parodontale di ogni paziente, permette anche di scongiurare o gestire immediatamente eventuali recidive della patologia.
Nel Test Microbiologico il laboratorio di analisi fornisce un report che illustra la presenza dei principali batteri associati alla malattia parodontale. I dati sono raggruppati in due diagrammi a settore, quello di sinistra rappresenta la percentuale di batteri patogeni – cattivi – sui batteri totali presenti in bocca; il secondo diagramma, quello di destra, assegna invece il gruppo di appartenenza ai batteri patogeni, individuando quindi la categoria preponderante. Una volta raggiunta una soglia solitamente inferiore all’1% di patogeni totali, il paziente può considerarsi guarito da un punto di vista microbiologico.
9. Analisi Enzimatiche (Analisi MMP8)
Queste analisi determinano la presenza dell’enzima metalloproteinasi 8 (MMP-8), correlata alla severità della parodontite e allo stato infiammatorio.
10. Modelli di Studio e Foto
La scansione intraorale e le fotografie sono essenziali per documentare la situazione iniziale del paziente prima di qualsiasi intervento e confrontarli poi con i risultati raggiunti.
11. Densitometria Ossea ad Ultrasuoni
L’ultrasonografia ossea quantitativa è utilizzata per quantificare la densità minerale ossea, utile per identificare osteopenia o osteoporosi.
12. Analisi del Sangue e del Metabolismo Osseo
Comprendono esami del sangue specifici per valutare il metabolismo osseo e la presenza di condizioni correlate.
Una volta raccolti tutti questi dati, il parodontologo ha un quadro completo e dettagliato della situazione, ed è dunque in grado di identificare il percorso terapeutico più (idoneo e) personalizzato per portare il paziente alla guarigione dall’infezione parodontale, inoltre potrà tenere sotto controllo il decorso della malattia ripetendo tali esami durante il trattamento e nella fase di mantenimento.