Può accadere che alcuni pazienti parlino di un “dente scoperto” a cui è associata una sensazione di dolore. Ma a cosa si riferiscono esattamente? In termini pratici, il paziente spiega di percepire come uno “scalino” tra gengiva e dente e, guardandosi allo specchio, nota che la gengiva appare come ritirata.

Il gradino che il paziente percepisce è il cosiddetto colletto dentale, che è rimasto scoperto a causa della recessione gengivale. In generale, i denti che presentano questo tipo di problematica sono i canini e gli incisivi, sia dell’arcata superiore che di quella inferiore, ma la recessione gengivale può colpire in realtà qualunque elemento dentale e qualunque posizione della bocca.

Quello a cui è necessario prestare attenzione, al di là del disagio estetico che il dente scoperto può provocare, è l’aspetto del dolore, che generalmente è relativo a un’infiammazione. Inoltre, la recessione gengivale è uno dei principali sintomi della parodontite, una malattia infiammatoria che colpisce i tessuti di sostegno al dente e che, nella sua fase finale, porta alla caduta degli elementi dentali colpiti.

Denti scoperti e parodontite

La causa del cosiddetto dente scoperto risiede nella già citata recessione gengivale: in pratica, la gengiva si ritira esponendo una parte della radice del dente. Ad esclusione dei casi in cui un dente è scoperto a causa di un costante utilizzo errato dello spazzolino, la recessione gengivale può essere il risultato di un progressivo avanzamento della parodontite.

La malattia parodontale deve essere sempre diagnosticata in modo tempestivo: agire correttamente e prima che la patologia avanzi, portando con sé i tanti e sgradevoli sintomi che la contraddistinguono, permette di limitare considerevolmente i danni o addirittura di risolvere in modo permanente il problema.

Il dolore che viene associato al dente scoperto è in realtà causato da un aumento della sensibilità dell’elemento dentale al caldo, al freddo, agli zuccheri, alle sostanze acide e, in alcuni casi, persino all’aria.

Come curare i denti scoperti con il laser

Nel momento in cui l’odontoiatra collega la presenza di colletti dentali scoperti a una parodontite in stadio più o meno avanzato, è quest’ultima su cui sarà necessario intervenire. Come abbiamo spiegato, infatti, i colletti dentali scoperti sono soltanto uno dei sintomi che identifica questa grave patologia infiammatoria che può avere conseguenze anche gravi per la salute di tutto l’organismo.

Presso le cliniche IMI-EDN, fondate dal dottor Francesco Martelli, la cura della parodontite prevede l’utilizzo sistematico e combinato di due strumenti: il laser e il microscopio operatorio. L’enorme vantaggio del nostro protocollo di cura risiede nella possibilità di evitare al paziente il classico intervento di chirurgia tradizionale che, sfortunatamente, quasi mai garantisce una definitiva ed effettiva risoluzione della piorrea e delle sue recidive.

Utilizzando il microscopio operatorio, i medici delle cliniche IMI-EDN riescono a trattare le radici dei denti evitando l’incisione delle gengive. Il laser permette invece di eliminare in modo efficace i batteri patogeni responsabili dell’infiammazione e annidati in aree che normalmente non potrebbero essere raggiunte, e dunque sanificate.

Attraverso il protocollo di cura della parodontite che prevede la combinazione di laser e microscopio operatorio, i vantaggi per il paziente sono numerosi:

  • Nella maggior parte dei casi, l’anestesia non sarà necessaria
  • Il sanguinamento gengivale viene immediatamente eliminato
  • La mobilità dentale viene ridotta considerevolmente oppure eliminata
  • Non saranno presenti i disagi fisici e psicologici normalmente collegati a un intervento chirurgico
  • Le tasche parodontali verranno chiuse
  • I tessuti parodontali (osso e legamento) saranno rigenerati
  • Le recidive saranno più facilmente risolte
  • I costi biologici ed economici saranno considerevolmente ridotti
  • La percentuale di successo sarà incrementata