La scorsa settimana abbiamo affrontato sul nostro blog i sintomi e le cause dell’ascesso dentale, fornendo anche qualche consiglio per evitare questa fastidiosa infezione. Oggi parleremo invece di come, generalmente, l’ascesso dentale viene curato.

Riassumiamo brevemente per i più pigri: l’ascesso dentale è un accumulo di batteri, detriti cellulari e globuli bianchi all’interno dei tessuti vicini al dente – in pratica, gengiva, osso della mandibola e polpa dentale. L’ascesso si traduce in una sacca di pus  con sintomi molto dolorosi che condizionano fortemente lo svolgimento delle normali attività quotidiane.

Chiunque soffra di ascesso dentale dovrebbe immediatamente contattare il proprio odontoiatra di fiducia e non tergiversare nella soluzione del problema, che rappresenta molto più di un semplice fastidio. Soprattutto, vi sconsigliamo fortemente di cercare di intervenire in autonomia con tentativi di risoluzione domiciliare, che spesso non soltanto non funzionano, ma rischiano anche di peggiorare la situazione.

Il dentista è l’unica persona che può realmente risolvere il problema dell’ascesso dentale, tanto nei sintomi quanto nelle cause.

Ascesso dentale: terapia

Ma qual è la terapia per curare un ascesso? In sintesi, la cura consiste nell’eliminazione di tutti i patogeni coinvolti nell’infezione, nella sedazione del dolore e dei sintomi dell’infezione attraverso la somministrazione di antibiotici, e nel salvataggio dell’elemento dentale colpito.

Partiamo quindi dal presupposto che chi soffre di un ascesso dentale è soggetto a una vera e propria infezione. L’ascesso dentale può avere sostanzialmente due cause principali: endodontica o parodontale. In entrambi i casi i sintomi di gonfiore e dolore possono essere leniti e risolti previa somministrazione di una cura antibiotica. Nei casi più gravi, questa si affianca alla necessaria incisione dell’ascesso per drenare il pus presente al suo interno. Non temete: questo genere di operazione è praticamente indolore perché preceduta sempre dall’anestesia locale.

Al fine di combattere il dolore pungente che accompagna il paziente sofferente di ascesso dentale, l’odontoiatra potrebbe prescrivere dei medicinali anestetici o antidolorifici, generalmente rappresentati dai classici naprossene e ibuprofene, o da paracetamolo nel caso vi sia presenza di febbre.

La tempestività è importantissima per il paziente, perché maggiore sarà il tempo passato in “compagnia” dell’infezione, più insopportabile sarà il dolore provato e maggiore sarà il rischio che l’ascesso si rompa. In quest’ultimo caso il dolore potrebbe diminuire, ma bisogna fare attenzione che l’infezione non si diffonda e degeneri in una patologia più grave.

Una volta curati i sintomi dolorosi e fastidiosi dell’ascesso dentale è necessario andare a risolvere le cause che l’hanno provocato, in modo che questo fastidioso disturbo non si presenti più. Nel caso di ascesso dentale endodontico il dentista provvederà ad una cura canalare o devitalizzazione del dente interessato, nel caso di ascesso dentale parodontale è invece opportuno rivolgersi ad un parodontologo che, dopo l’analisi del caso, deciderà la terapia parodontale più adatta al caso.   In rari casi di infiammazione molto violenta ed estesa potrebbe essere necessaria anche l’estrazione dell’elemento dentale, proprio per scongiurare questo rischio è bene rivolgersi al dentista alle prime avvisaglie di dolore ed infiammazione.

Ascesso dentale: prognosi

Qual è la prognosi di un ascesso dentale endodontico o parodontale? Positiva, addirittura eccellente quando l’infezione viene gestita nei suoi primissimi stadi.

Proprio per evitare che sopraggiungano patologie più gravi, è necessario quindi contattare subito il vostro dentista di fiducia. Tenete infatti presente che un ascesso dentale non curato può portare a conseguenze non certo piacevoli, tra cui:

  • Fistole
  • Cisti
  • Granulomi
  • Infezione del pavimento della bocca
  • Caduta del dente
  • Osteomielite
  • Setticemia
  • Perdita dell’elemento dentale

Non attendete dunque!