Le gengive gonfie e doloranti sono un problema comune a molte persone, annoverando fattori locali e fattori sistemici tra le cause responsabili.

Da una semplice analisi visiva, il fastidio può sembrare superficiale e di semplice risoluzione, ma in realtà va individuata la causa alla base per poi poter stabilire di quale gravità sia e se non rappresenti il riflesso di altre patologie.

Possono infatti rappresentare una condizione temporanea provocata da un’infiammazione locale, così come essere il campanello di allarme di patologie parodontali più serie, fino a comportare la perdita di uno o più elementi dentali.

Le cause delle gengive gonfie

Il dolore scatenato da una flogosi parodontale può essere lo specchio di un problema del cavo orale, così come il sintomo di un problema sistemico.

In genere, una delle cause principali di gengive gonfie e doloranti sono le carie, una degenerazione del tessuto dentale provocata da batteri depositati sulla superficie del dente attraverso la placca. I batteri erodono dapprima lo smalto, per poi procedere nella dentina e, in casi gravi e non trattati, arrivare alla polpa dentale, intaccando così anche le terminazioni nervose.

Tale degenerazione pulpare con intaccamento nervoso scatena un processo infiammatorio circostante, determinando il rigonfiamento delle gengive, ascessi e dolore.

Tuttavia vi è anche la possibilità che il gonfiore gengivale sia primitivo, ovvero generato da un processo flogistico esclusivamente localizzato alle gengive. Si parla in tal caso di gengivite, che comporta tumefazione o edema, arrossamenti, dolori e spesso sanguinamenti.

Comunemente le gengive gonfie possono rappresentare un sintomo della piorrea, malattia parodontale che scatena l’infiammazione di tutti i tessuti del parodonto, comprese le gengive che si edemizzano, generando dolore e alitosi. Una piorrea non curata può determinare la perdita di vari elementi dentali.

Non sono da escludere però gravi carenze vitaminiche, alla base delle quali vi sono diete squilibrate o carenze alimentari. Le gengive possono presentarsi infatti gonfie e tumefatte, in concomitanza di carenza di vitamina C, B2 e B12.

Anche potenziali squilibri ormonali sia maschili che femminili possono esacerbare nella tumefazione delle gengive, soprattutto in corrispondenza di momenti di vita maggiormente sottoposti a queste alterazioni, come pubertà e gravidanza.

Vanno infine annoverate tra le cause di gengive gonfie e doloranti anche lo stress, alcuni tipi di farmaci assunti cronicamente, come quelli ipertensivi, antiepilettici e immunomodulatori, l’eruzione dei denti nei bambini, un’igiene orale non accurata, malattie sistemiche come il diabete o l’AIDS e anomalie della struttura dei denti, sia congenite che acquisite.

Potenziali conseguenze di gengive gonfie non trattate

La principale e più grave conseguenza della tumefazione gengivale è senza dubbio la perdita di elementi dentali a seguito dell’instaurarsi di una malattia parodontale.

L’infiammazione gengivale, infatti, se trascurata può esacerbare e interessare anche i tessuti circostanti, determinando un indebolimento del tessuto di sostegno del dente che gradatamente determina un allentamento dello stesso, il quale diventa meno saldo fino a cadere.

La parodontite può limitarsi ai tessuti superficiali o approfondirsi fino a quelli più interni, scatenata da un’infiammazione conseguente a un’infezione batterica. L’adesione delle colonie batteriche ai denti, infatti, determina una serie di processi a catena che portano all’inevitabile esplosione di una grave parodontite profonda.

Il trattamento della paradontite profonda, di tipo chirurgico, comporta inoltre un curettage dei tessuti ormai compromessi, compreso quello osseo che spesso va reintegrato con materiale biocompatibile.

Come trattare le gengive tumefatte

Prima di procedere a un approccio terapeutico generalizzato o a rimedi naturali, è necessario individuare la causa che ha scatenato il gonfiore e il dolore gengivale, al fine di agire consapevolmente e in modo mirato.

Se la causa di base è rappresentata da un’infezione batterica derivata da placca e tartaro, sarà necessario eseguire una terapia antibiotica e una successiva pulizia professionale dei denti, ricorrendo in certi casi anche all’utilizzo concomitante di un antinfiammatorio.

Alla base di qualunque trattamento deve sempre essere, sempre e comunque, una corretta igiene orale che scongiuri la deposizione di placca, terreno fertile dei batteri. L’uso corretto di paste dentifricie, collutori e filo interdentale potrebbe però non essere sufficiente: ecco perché, qualora il problema non fosse facilmente identificabile, sarebbe opportuno effettuare una visita specialistica odontoiatrica.